Il colesterolo è un tipo di grasso che svolge numerose funzioni estremamente importanti nell’organismo: è un costituente delle membrane cellulari, alle quali conferisce il giusto grado di flessibilità e permeabilità, rappresenta la sostanza di base per la sintesi degli ormoni steroidei (aldosterone, cortisone, testosterone, estradiolo), della vitamina D e della bile, una sostanza liquida prodotta dal fegato, indispensabile per rendere i grassi alimentari assimilabili dall’intestino. Viene trasportato nel sangue legato a delle proteine (lipoproteine) e la loro classificazione (in base alla densità, cioè alla quantità di lipidi e colesterolo) è il valore che viene monitorato nelle analisi di laboratorio.
Si distinguono infatti le LDL (dall’inglese low density lipoproteins, lipoproteine a bassa densità) che trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo e per questo definito “cattivo” e le HDL (dall’inglese high density lipoproteins, lipoproteine ad alta densità) definito “buono” perché rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato per eliminarlo. L’eccesso di colesterolo totale nel sangue viene definito ipercolesterolemia e rappresenta uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari come l’aterosclerosi delle arterie o la formazione trombi che compromettono il normale flusso sanguigno, in particolare sembra coinvolto l’LDL ossidato (cioè un LDL che è stato danneggiato dai radicali liberi). Oltre a questioni genetiche (ipercolesterolemia familiare), il colesterolo alto può essere dovuto a particolari malattie come il diabete, a problemi endocrini (legati alla tiroide), al fumo, farmaci, ma anche a una scarsa attività fisica e alla dieta (troppe calorie, troppi grassi saturi o trans, troppi zuccheri semplici).
Il colesterolo viene prodotto per circa l’80% dall’organismo e la quota rimanente viene assorbita dal cibo di origine animale assunto con la dieta. Se tutto funziona correttamente, più assumiamo colesterolo e meno ne produciamo e viceversa. Tuttavia, può capitare che questo equilibrio venga interrotto. In Italia, stando a dati del 2018, l’ipercolesterolemia colpisce circa una persona su 3 e le cause di colesterolo alto possono essere molteplici: oltre alla citata predisposizione genetica (ipercolesterolemia familiare), il sovrappeso e l’obesità, problemi endocrini, alcol e fumo, la sedentarietà e una dieta non corretta (troppe calorie, troppi grassi saturi o trans, troppi zuccheri semplici, troppo sale), contribuiscono a far variare tali valori. Risulta quindi evidente come la modificazione dello stile di vita e l’associazione di corretta alimentazione e l’assunzione di antiossidanti (provenienti da frutta e verdura oppure mediante integrazione) rivesta un ruolo importante per prevenire o contrastare l’ipercolesterolemia.
Sarebbe opportuno ridurre o da evitare i grassi idrogenati, cioè oli modificati chimicamente, contenuti come ingredienti in diversi prodotti dell’industria alimentare o derivanti dalla cottura dei grassi ad alte temperature (come per esempio la frittura); limitare l’eccesso di zuccheri, infatti una iper-stimolazione dell’insulina può indurre un aumento della sintesi epatica di colesterolo; consumare troppi alimenti ricchi di grassi saturi di origine animale che provocano l’aumento del colesterolo-LDL: insaccati, uova e formaggi (pecorino, formaggio spalmabile e parmigiano) oppure frattaglie (fegato, cervello, reni), insaccati e carni conservate ad elevato tenore in grassi saturi. Sarebbe opportuno limitare il consumo di bevande alcoliche, soprattutto nei casi di ipercolesterolemia associata a ipertrigliceridemia: mezzo bicchiere di vino rosso a pasto è, invece, di solito permesso per il suo effetto antiossidante.
Bisognerebbe invece prediligere frutta e verdura fresca quotidianamente, che abbassano le calorie alimentari e forniscono le vitamine e gli antiossidanti che riducono i radicali liberi, consumare più i legumi (fagioli, lenticchie, piselli, ceci..), che aiutano a mantenere livelli adeguati di colesterolo grazie alla presenza di fibre e di steroli vegetali che ne riducono l’assorbimento a livello intestinale; prediligere cereali alternativi (avena, orzo e farro), condire con grassi insaturi di origine vegetale, (ottimo l’utilizzo a crudo di olio extravergine di oliva, olio di semi quali soia, girasole, mais, arachidi, olio di riso), consumare pesce azzurro senza eccedere con i molluschi e crostacei, prediligere la carne bianca proveniente da un taglio magro e privato del grasso visibile. Infine cucinare limitando i grassi di grassi, prediligendo cotture quali bollitura, stufatura, vapore, e la cottura al forno tradizionale e a microonde o la grigliatura sono tutte tecniche di cottura da preferire alla frittura. L’alimentazione su base mediterranea è indicata come esempio per favorire i livelli ottimali di colesterolo nel sangue ma, da sola, però non sempre è sufficiente: deve essere supportata e completata con uno stile di vita sano che dovrebbe prevedere una regolare e quotidiana attività fisica, limitare il fumo, ridurre il peso in eccesso e mantenere il girovita nei valori desiderabili (valori inferiori a 80 cm per la donna e a 94 cm per gli uomini; valori superiori a 88cm per le donne e 102cm per gli uomini sono associati ad un rischio cardiovascolare elevato) oltre a controllare con il proprio medico eventuali patologie coesistenti, in particolare ipertensione arteriosa e diabete mellito.
a cura della Dott.ssa Cristiana Della Peruta