Sono tanti gli studi scientifici che hanno evidenziato i legami tra alimentazione e umore: un cervello malnutrito è più sensibile allo stress, alle difficoltà quotidiane e vulnerabile all’ansia.
Da sempre ci si chiede se esistano delle affinità tra la nutrizione e l’induzione di stati di benessere e felicità.
Dopo un pasto, ci si sente più felici, ma bisogna ricordare che gli zuccheri in esso contenuti vanno a stimolare si i recettori della gratificazione, ma il piacere è purtroppo solo momentaneo, composto da un innalzamento glicemico e seguito da una ipoglicemia reattiva che va a generare una instabilità emotiva e sbalzi d’umore.
Come ormai risaputo da tempo, l’ umore è legato all’attività dei neurotrasmettitori ed è influenzato dagli ormoni sintetizzati dagli aminoacidi presenti negli alimenti: la dopamina e la noradrenalina, ormoni prodotti dalla tirosina, sono ad esempio responsabili delle sensazioni di energia e vitalità e sono essenziali nell’apprendimento.
La serotonina e la melatonina, derivate dal triptofano, favoriscono invece la calma e la serenità.
Ci sono però altre sostanze che hanno un ruolo fondamentale: il Magnesio regola l’umore, il Selenio riduce il rischio di depressione, le vitamine B1, B6, B9 e B12 contribuiscono a trasformare il triptofano in serotonina, la vitamina D è essenziale nel combattere gli stati depressivi e gli Omega-3 assicurano benefici per il cervello.
In pratica, nel cibo c’è tutto ciò che ci serve per ritrovare il buonumore: dobbiamo solo capire cosa mangiare frequentemente per aiutarci in modo naturale.
Spesso i cambi di stagione portano ad una alterazione dei toni dell’umore, e questo si spiega anche fisiologicamente, visto che con i cambiamenti climatici si ha un riadattamento dei tessuti adiposi (riduzione o ispessimento), la variazione delle ore di sonno, una diversa predisposizione alla digestione degli alimenti.
Sono adattamenti fisiologici verso i quali il nostro corpo è perfettamente predisposto, capita però che nei cambi di stagione, con le variazioni delle stagionalità degli alimenti, la variazione delle ore di luce, il corpo non si adatti a questi cambi e sembra non essere preparato.
E se il cibo potesse aiutare a ritrovare il buonumore? Sono tanti gli studi scientifici che hanno evidenziato i legami tra alimentazione e umore: un cervello malnutrito è più sensibile allo stress, alle difficoltà quotidiane e vulnerabile all’ansia.
Si è sempre parlato di alcuni alimenti che riescono a stimolare il buon umore come cioccolato, legumi, verdure a foglia verde, frutta secca, salmone, pasta e riso, vino, agrumi, banane, cacao, formaggio, uova e pesci grassi.
Di per sé però nessuno di questi alimenti è in grado di innalzare il buon umore in quanto servono due condizioni preliminari: un intestino sano in grado di trasformare i precursori in serotonina, e la presenza in contemporanea di buone proteine (uova, salmone, formaggi, frutta secca) e carboidrati a lento rilascio (alimenti integrali e legumi).
Alcuni di essi però possono causare più effetti infiammatori (pesantezza digestiva o infiammazione) rispetto agli effetti positivi.
Il buonumore nasce da una sinergia di azioni tra cui la sana alimentazione, la corretta idratazione e il movimento: niente diete restrittive, ma tanti alimenti che fanno bene, ovviamente ben bilanciati e armonizzati in uno stile alimentare corretto, rappresentano sicuramente la strategia migliore.
Dott.ssa Cristiana Della Peruta