Cari lettori, nel mese di marzo dello scorso anno, quando stava esplodendo la prima ondata Covid, scrissi quell’insolito editoriale.
A distanza di un anno sono di nuovo a parlare degli stessi temi, portando dati che non si scostano molto da allora.
Se da una parte noi cittadini abbiamo acquisito una consapevolezza diversa, capace di vedere con occhi nuovi quel mostro spaventoso, i media con i loro titoli sensazionalisti continuano a descrivere la pandemia in termini catastrofici, usando parole che esprimono terrore e paura.
E tutto questo con una ricaduta inevitabile sul nostro benessere psico-fisico.
In molti casi questo stato di malessere generale ha predisposto alla malattia stessa, con un abbassamento delle difese immunitarie, che insieme ai continui lockdown, tanto voluti dalle istituzioni, quanto inutili, hanno rincarato la dose.
Molte delle azioni intraprese da chi ha dettato le normative in questa fase, piuttosto che indicarci degli utili e sani comportamenti da osservare, per migliorare ed arginare la situazione pandemica, hanno sortito l’effetto contrario.
Mi auguro che tutto ciò sia accaduto per una strana combinazione casuale, come gli enormi errori nella gestione dell’emergenza.
Poi è arrivata la distribuzione dei tanto attesi vaccini: nazioni in cui si sono raggiunte percentuali di popolazione vaccinata superiori al 50% in pochissimo tempo e la paradossale situazione italiana in cui siamo ancora quasi fermi al palo.
Inefficienza, incapacità e sopratutto una situazione di stallo del Servizio Sanitario Nazionale, da rivedere ed adeguare ad un modello attuale e moderno, che non può più rispecchiarsi in quello del lontano 1978, anno in cui nacque quello esistente.
Ma come in ogni storia che si rispetti, abbiamo dei protagonisti definibili eroi: sono i professionisti sanitari che, malgrado l’ecosistema in cui lavorano, continuano con impegno e dedizione il loro lavoro.
Sono i medici di medicina generale, che con pochi mezzi e direttive non ordinate, nè linee guida in grado di coordinarli, stanno facendo il possibile e l’impossibile per i loro assistiti.
E poi ci sono le strutture sanitarie private, che grazie alla loro organizzazione, competenza e disponibilità nei confronti di tutti i loro pazienti, stanno contribuendo in maniera determinante alle gravi carenze del servizio pubblico, erogando servizi in tempi rapidi e spesso con prezzi di poco superiori ai ticket.
La mia previsione futura auspicabile, volta al miglioramento di tutti i servizi dedicati alla salute dei cittadini, vede questa formula: tutta la medicina di emergenza espletata dagli ospedali e tutta la medicina programmabile erogata dalle strutture private.
Ci auguriamo quindi, un futuro gestito in modo congiunto e con coscienza tra sanità pubblica e privata con un unico vero obiettivo: la salvaguardia della salute e del benessere di ogni cittadino.
Buona lettura
dr. Alberto Gagliardi