COSA E’ LA POSTURA?
La postura può essere descritta come la posizione del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio (fuzione antigravitaria) sia in condizioni statiche che dinamiche, cui concorrono fattori neurofisiologici, biomeccanici, psicoemotivi e relazionali, legati anche all’evoluizione della specie (F. Scoppa, 2002).
COSA E’ LA POSTURA?
La postura può essere descritta come la posizione del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio (fuzione antigravitaria) sia in condizioni statiche che dinamiche, cui concorrono fattori neurofisiologici, biomeccanici, psicoemotivi e relazionali, legati anche all’evoluizione della specie (F. Scoppa, 2002).
La postura del corpo è un concetto che si è sviluppato ed è stato studiato da molti autori e si può intendere come un atteggiamento più di tipo “statico” con limiti di oscillazione molto ristretti; l’equilibrio invece è un atteggiamento più dinamico che può essere mantenuto anche con oscillazioni di maggiore entità.
In modo sintetico mi piace spesso prendere le parole di Gagey, il quale afferma che” la postura è strettamente legata alla vita emotiva fino ad essere l’espressione stessa per il mondo esterno, non solo attraverso la mimica facciale e gestuale, ma anche attraverso la disposizione corporea nel suo insieme”, quindi “ridurre l’uomo a semplice gioco meccanico è condannarsi a non comprendere nulla di colui che ha difficoltà a mantenersi eretto..”(Gagey, 2000).
Si può dire inoltre che la postura è il risultato dell’evoluzione della specie umana, quindi per il posturologo che dovrà considerare i disordini posturali, sarà importante tenere presenti gli aspetti ontogenetici del soggetto, ovvero l’insieme dei processi mediante i quali si compie lo sviluppo biologico di un organismo vivente dall'embrione allo stato adulto. Questi aspetti saranno determinanti per la costruzione dell’io del soggetto, inoltre lo sviluppo della propria personalità andrà di pari passo con lo sviluppo della struttura corporea, infatti la postura abitualmente assunta rispecchia fedelmente i tratti caratteriali preminenti della persona.
La moderna Caratteriologia attribuisce atteggiamenti tonico-posturali caratteristici a specifiche tipologie caratteriali, a seconda dell’adattamento dei diversi sistemi muscolari coinvolti nell'espressione o nell'inibizione di movimenti emozionali specifici delle varie fasi di sviluppo della personalità. In particolare la frustrazione del bisogno di contatto del primo anno di vita genera ipertono muscolare diffuso (fase schizo-orale) mentre nella fase psicomaso ed in quella rigido-narcisista si sviluppano atteggiamenti ipertonici della catena anteriore e posteriore rispettivamente (Traetta, Bianco “caratteriologia” armando editore 2009).
Ognuna di queste strutture caratteriali ha una specifica struttura corporea/muscolare e atteggiamenti relazionali caratteristici. Un’accurata visita posturale e psicologica potrebbe mettere facilmente in evidenza tali relazioni, anche se bisogna ricordarsi che ogni individuo è unico e ha caratteristiche specifiche nelle quali potrebbero combinarsi più tratti caratteriali.
IN COSA CONSISTE UNA VALUTAZIONE POSTURALE?
La valutazione posturale si sviluppa attraverso una iniziale anamnesi della persona che ci fornisce un’idea della storia clinica del paziente. In seguito si effettuerà una valutazione d’insieme della postura per poi andare a osservarla nei 3 piani dello spazio (sagittale, frontale e trasverso).
Analizzate le varie differenze di simmetria dei vari distretti corporei attraverso diversi test si valuteranno i diversi recettori del corpo della persona (i piedi, gli occhi, la bocca ecc.), questo per capire se si potrà riscontrare una perturbazione posturale da parte di uno di questi recettori.
La valutazione posturale è fatta di dati oggettivi, ma molto incide l’esperienza di chi valuta per capire la logica di un eventuale adattamento corporeo.
Dalla valutazione si potrà capire in modo molto preciso il percorso da intraprendere per risolvere il problema per cui il paziente si è rivolto a noi. Non è mai sbagliato cercare una collaborazione con più figure professionali che possano creare un lavoro combinato e che potrà essere la vera chiave di risoluzione soprattutto nelle disfunzioni posturali miste, cioè che presentano più di un fattore perturbante.
Io propongo spesso una Rieducazione Motoria avvalendomi delle metodiche posturali “Back School” e “Mezieres” in particolare.
Il lavoro correttivo e compensativo risulta utile solo se ben indicato, controllato e attuato, altrimenti non solo è vano ma può essere anche dannoso. Non si tratta di una semplice rieducazione muscolare, ma coinvolge interamente la psicomotricità del soggetto, che spesso non ha l’esatta nozione di come è fuori. La rappresentazione di un attitudine viziata crea alla lunga uno schema motorio errato che il soggetto ritiene normale.
L’obiettivo principale, inizialmente, sarà la presa di coscienza del proprio difetto. A quel punto si interverrà con tecniche di rieducazione posturale, di mobilizzazione, di rinforzo muscolare, di integrazione neuromotoria, di stabilizzazione ecc.
Secondo il mio punto di vista la correzione posturale non deve essere solo un esercizio a cui sottoponiamo il paziente, ma è molto più importante fargli capire il perché di un atteggiamento in chiusura con le spalle o con altre articolazioni.
dott. Gianmarco Morlacco