Che cos’è l’ortottica?
L’ortottica dal greco “orto” che significa dritto e “psiche” che sta per atto della visione, è un ramo dell’oculistica che si occupa della prevenzione,valutazione dei deficit muscolari e sensoriali che colpiscono l’apparato visivo e della loro riabilitazione, tramite tecniche specifiche ed esercizi di movimento degli occhi.
Chi è l’ortottista?
L’Ortottista assistente in oftalmologia, è il professionista sanitario che tratta di disturbi motori e sensoriali della visione; opera in campo oculistico affiancando l’oculista, sia durante la visita che in sala operatoria e collabora in equipe con altre figure mediche, per la definizione di percorsi riabilitativi in pazienti neurologici o con traumi al fine di riabilitare i disturbi della visione.
Che cos’è la visita ortottica?
La visita ortottica è una valutazione oculistica volta ad individuare le anomalie della visione binoculare e le alterazioni a carico dei muscoli oculari, in cui l’obiettivo principale è quello di diagnosticare la presenza di anomalie a carico dell’apparato neuromuscolare dell’occhio e le alterazioni a carico dei muscoli oculari. Attraverso la visita ortottica, si può anche monitorare l’eventuale evoluzione di una patologia già diagnosticata quindi è importante eseguire visite di controllo con regolarità.
Quando effettuare la visita ortottica?
La visita ortottica è rivolta a tutte le fasce di età, poiché una diagnosi tempestiva migliora decisamente le possibilità di cura e di guarigione; è quindi fondamentale sia nei bambini, come indagine preventiva, dato che non sempre le alterazioni motorie e sensoriali del sistema visivo presentano sintomi evidenti. A partire dalla nascita fino all’ottavo anno, è importante sottoporre il bambino a controlli mirati soprattutto se in famiglia ci sono già problemi visivi, in presenza di sintomi e comportamenti sospetti come la convergenza e divergenza dell’occhio, lacrimazione frequente, occhio chiuso, difficoltà a vedere da lontano, sensibilità alla luce, ritardo motorio, atteggiamenti posturali scorretti e frequenti mal di testa. Nell’adulto la valutazione ortottica è consigliabile in caso di cefalea, visione doppia, affaticamento della vista da vicino, difficoltà nella messa a fuoco, disagi durante lo studio la lettura e l’uso di computer.
Disturbi e patologie che vengono trattate nella valutazione ortottica La valutazione ortottica mira a diagnosticare i deficit muscolari e sensoriali che colpiscono l’apparato visivo.
È utile per comprendere le cause che determinano le varie forme di strabismo, i difetti di accomodazione e di convergenza, l’ambliopia (conosciuta come occhio pigro), soppressione, paralisi oculari alterazioni del campo visivo, visione doppia, anomalie posturali che possono comportare alterazioni a livello oculare ma può essere utile anche per altre problematiche oculari come incidenti traumatici, attività lavorative faticose per gli occhi come per chi lavora molte ore davanti al computer, disabilità visive gravi comunemente chiamata ipovisione sia negli adulti che nei bambini, va ad eliminare astenopia o sindromi da affaticamento visivo che può interessare soggetti che passano molte ore al computer o su dispositivi digitali.
Come si svolge la visita
La visita ortottica è un esame che viene svolto nello studio ambulatoriale dall’ortottista con una durata di circa 15-20 minuti.
Dopo un’approfondita anamnesi, la valutazione inizia con uno studio approfondito del visus in modo da mettere il paziente in una condizione visiva ottima; successivamente si inizia una verifica volta ad escludere la presenza di limitazioni dei muscoli deputati a muovere i bulbi oculari sia per ogni singolo occhio che in visione simultanea. L’esame infatti prevede l’esecuzione di test specifici,che consentono di approfondire il quadro clinico, quindi si andrà a valutare:- la Stereopsi cioè il senso della profondità e della visione tridimensionale che può essere mancante per una corretta sinergia tra i due occhi;
- la Convergenza: valuta la capacità dei due occhi di compiere un movimento armonico e simmetrico quando sono stimolati a fissare un oggetto che si avvicina progressivamente la punta del naso;
- le Ampiezze Fusive: cioè la capacità di collaborazione dei due occhi nel fondere due immagini distinti in una singola immagine;
- studio della Motilità Oculare: per valutare la funzionalità dei muscoli che muovono ciascun occhio nelle principali posizioni di sguardo (serve ad identificare la presenza di una iper o ipo funzione a carico dei muscoli extra oculari);
- studio della Diplopia: questa valutazione si esegue nel momento in cui il paziente riferisce visione doppia;
- Cover Test: per evidenziare la presenza di strabismi classificandoli in manifesti o latenti;
- test della sensorialità.
L’ortottista ha anche conoscenze riguardo tecniche oftalmologiche strumentali utili alla diagnosi, che a seconda del quadro clinico, indicheranno quali esami più specifici eseguire, con l’utilizzo di appositi macchinari come:
- lo schermo di Hess Lancaster: in presenza di strabismo per quantificare il grado della deviazione, lo stato dei muscoli interessati;
- campo visivo;
- topografia corneale;
- OCT;
- tonometria;
- pachimetria.
Al termine della visita si riferisce al paziente i deficit riscontrati e una riabilitazione mirata, con il fine di eliminare tali disturbi.
Dott.ssa Ginevra Vignati