Il tumore al seno è la più frequente neoplasia femminile in Italia. Ogni anno colpisce 53mila donne.
La percentuale è di circa l’ 11% e cioè 1 a 8 nelle femmine prima dei 65 anni, mentre solo un 3% di queste non riesce a superare la malattia arrivando al decesso. La probabilità di guarigione è tanto più alta quanto più la diagnosi è precoce.
Proprio per questo motivo la prevenzione riveste un ruolo centrale per una diagnosi precoce. Resta comunque una delle malattie con il maggior tasso di guarigione. L’87% supera la fatidica barriera dei cinque anni, dimostrando la guarigione definitiva.
Fattori di rischio
Senza dubbio il primo fattore di rischio è l’essere donna.
Anche se il tumore al seno può colpire anche gli uomini, le percentuali sono molto basse (si parla di circa 500 casi all’anno). Subito dopo la familiarità e la predisposizione genetica, come possibili concause vanno considerati i fattori ormonali. Maggiore è il tempo durante il quale le cellule del seno sono esposte agli estrogeni, maggiore il rischio di sviluppare la neoplasia.
Anche obesità e stile di vita (in particolar modo consumo di alcol e fumo) sono stati associati ad una maggiore incidenza di sviluppare il tumore al seno.
Prevenzione e test diagnostici
Non esiste una vera e propria prevenzione al seno, qualcosa cioè in grado di impedirne l’insorgenza (detta prevenzione primaria). Si può altresì parlare di prevenzione secondaria, per cercare il prima possibile di trovare questa malattia, sottoponendosi a specifici test diagnostici.
Tutte le donne dopo i 20 anni dovrebbero eseguire l’auto esame del seno, con periodicità almeno trimestrale, circa una settimana dopo il ciclo mestruale, periodo nel quale la mammella è meno sensibile e meno gonfia.
Dopo la menopausa è utile monitorare il controllo con l’aiuto di un calendario o agenda (es. primo giorno del primo, terzo, sesto e nono mese).
Dai 25 anni ai 40 anni va eseguita un’ecografia annuale. È un esame semplice, non doloroso, che non espone a radiazioni. Spesso viene eseguito anche nelle donne anziane a completamento della mammografia. Dopo i 40 anni i controlli mammografici devono essere periodici, con una frequenza da 1 a 2 anni secondo la valutazione del medico.
Non esiste un’età in cui smettere di ammalarsi di tumore alla mammella, certo è che il rischio aumenta con l’età e quindi più si è anziane più si rischia di essere colpite.
La mammografia
La mammografia è un esame radiografico del seno. Attualmente si usa soltanto la mammografia digitale, dove al posto delle tradizionali pellicole è utilizzato un rilevatore digitale. Questo esame radiografico espone ad una minima quantità di raggi x, tale per cui non è preoccupante.
Si stima che occorrerebbe sottoporsi a circa 300 mammografie per registrare un aumento del rischio di tumori.
La compressione del seno, inoltre, non altera in alcun modo il tessuto mammario e la maggior parte delle donne non prova particolare dolore, anche perchè la mammella resta compressa per un brevissimo periodo di tempo. Anche le donne portatrici di protesi, salvo casi particolari, possono sottoporsi a questo esame. A volte può essere necessario completare con l’aggiunta di un altro, quello ecografico e/o RM. Non esiste un’età in cui smettere di ammalarsi di tumore alla mammella, certo è che il rischio aumenta con l’età e quindi più si è anziane più si rischia di essere colpite.
Ago aspirato e Biopsia
I noduli al seno spesso sono tumori benigni e cioè cisti e fibroadenomi e non richiedono ulteriori accertamenti. Solo nei casi dubbi vanno eseguiti approfondimenti diagnostici. I più frequenti sono ago aspirato (esame citologico). Attraverso un ago sottile si prelevano alcune cellule del nodulo che vengono successivamente colorate ed esaminate dall’anatomopatologo. Si tratta di una procedura semplice, non dolorosa e di breve durata che si esegue in ambulatorio.
La biopsia è una procedura simile all’ago aspirato dove l’ago è di maggiori dimensioni. Viene eseguita in anestesia locale e permette di prelevare un campione più esteso di tessuto modulare.
Dott. Maurizio Bommarito