Il nodulo tiroideo, sia singolo che multiplo, costituisce una patologia di frequente riscontro, presente secondo alcuni studi epidemiologici con una prevalenza che va dal 4% all'8% della popolazione generale.
Le persone che scoprono di avere un nodulo tiroideo sono sempre di più. Questo è diretta conseguenza del miglioramento e diffusione delle tecniche diagnostiche, specie dell’ecografia, esame di primo livello. Attualmente nel 15-30% dei controlli ecografici si rinviene un nodulo; i noduli maligni rappresentano circa il 4% di tutti i noduli evidenziati. L’ecografia è una tecnica altamente sensibile nell’individuazione dei noduli tiroidei. Questo esame diagnostico valuta l’ecogenicità e l’ecostruttura del nodulo, sia liquido, solido, misto, le dimensioni e la velocità di crescita, le caratteristiche dei margini, la presenza dell’alone di sicurezza,la presenza e la morfologia di eventuali calcificazioni. Importante anche la vascolarizzazione del nodulo studiata mediante ecografia Color-Doppler (visualizzabili il circolo peri ed intra nodulare). L’ecografia ci permette di differenziare i noduli benigni da quelli dubbi o maligni.
I noduli benigni vengono controllati periodicamente con ecografia per valutare soprattutto un eventuale accrescimento. Gli altri noduli vanno indagati con esami di secondo livello, in particolare l’esame citologico ed il dosaggio degli ormoni tiroidei (T3-T4-TSH) che ci può permettere una diversa chiave di lettura nell’interpretazione dei noduli ed inquadrarli in patologie di tipo infiammatorio e/o autoimmune (gozzo nodulare, adenoma tossico). Tra gli esami di secondo livello il più importante è l’esame citologico mediante ago aspirato sotto guida ecografica.
A meno che i noduli non siano molto sospetti l’ago aspirato si esegue solo su noduli superiori al centimetro. L’esito può indicare una condizione di benignità; qualora ci siano di noduli di grosse dimensioni, sopra i 4 cm o che determinano fenomeni compressivi (difficoltà respiratoria o di deglutizione) possono essere asportati anche se benigni. Per i noduli maligni si procede all’asportazione parziale o totale della tiroide. In caso di incertezza necessaria valutazionie multi disciplinare (endocrinologo, radiologo, anatomo patologo, medico nucleare) per decidere tra intervento chirurgico o attento monitoraggio.
L’alta incidenza dei noduli tiroidei e la bassa prevalenza di malignità rendono quindi necessario un iter diagnostico finalizzato a selezionare un numero limitato di noduli che necessitano un intervento chirurgico.
a cura del Dott. Maurizio Bommarito