Esiste un'articolazione del corpo umano, che ci permette di realizzare le nostre capacità ai livelli più alti. Un pilota, un orafo, un chirurgo, si esprimono per mezzo di essa; quest'articolazione distingue noi umani dagli altri primati: è l'articolazione Trapezio-Metacarpale del pollice. E' posta alla base del primo dito della mano e, attraverso la sua particolare conformazione, cosiddetta a "doppia sella", permette al primo osso metacarpale movimenti di flessa estensione e di rotazione, per meglio dire opposizione, rispetto alle altre dita ed è l'unica articolazione della mano ad avere queste possibilità di movimento
Esiste un'articolazione del corpo umano, che ci permette di realizzare le nostre capacità ai livelli più alti. Un pilota, un orafo, un chirurgo, si esprimono per mezzo di essa; quest'articolazione distingue noi umani dagli altri primati: è l'articolazione Trapezio-Metacarpale del pollice. E' posta alla base del primo dito della mano e, attraverso la sua particolare conformazione, cosiddetta a "doppia sella", permette al primo osso metacarpale movimenti di flessa estensione e di rotazione, per meglio dire opposizione, rispetto alle altre dita ed è l'unica articolazione della mano ad avere queste possibilità di movimento.
Pensateci: senza la possibilità di movimentare il pollice in opposizione alle altre dita nessuna delle attività prensili che ci contraddistinguono, sarebbe realizzabile con il medesimo ed incredibile dosaggio di forza e/o precisione che le caratterizza e permette all'uomo di trasformare la volontà e l'intelletto in atti compiuti, esattamente come sono stati pensati.
Tale articolazione proprio per la sua stessa natura è soggetta ad usurarsi, in quanto la ripetitività del gesto meccanico può portare nel tempo, attraverso un effetto "centrifugo", a disassiare la base del primo metacarpo dall'osso Trapezio che lo accoglie.
Si parla allora di artropatia Trapezio-Metacarpale e, nelle forme più avanzate, quando compaiono deformità articolari, di "rizoartrosi" o artrosi della radice.
Il pollice si deforma alla base, talora assumendo la caratteristica forma "a barchetta" e i movimenti di prensione - anche quelli più semplici (la chiave, la tazzina del caffè) diventano dolorosi, quand'anche impossibili.
E' una patologia "da consumo articolare" quindi, non necessariamente su base eredo-costituzionale, tanto è vero che una volta era definita "malattia delle sarte".
Si può avere quindi la rizoartrosi senza un'artrosi diffusa alle altre articolazioni della mano.
Sono però descritte anomalie anatomiche dell'inserzione dei piccoli muscoli del polpaccio del pollice che la possono provocare, quelle sì espressione in una modesta % della popolazione di una predisposizione costituzionale.
Quale trattamento
Si cura per tentativi: inizialmente, un apposito guantino nelle attività quotidiane e svariate terapie conservative (laser, tecar, fanghi, etc) possono sortire effetti positivi ma di solito temporanei.
Quando la patologia diviene invalidante sotto il profilo del dolore e della limitazione della prensilità, un valido trattamento tra i vari proposti è costituito dall'intervento di Artroplastica Trapezio-Metacarpale in sospensione: in sintesi, si asporta il Trapezio "malato" e al suo posto s'incrociano due tendini (Emi ALP e FRC) sospendendo, così il pollice nella medesima posizione di prima ma senza più contatto con parti ossee degenerate.
La Ripresa
La ripresa dei movimenti è immediata ed ottimale, il recupero della forza così come la remissione del dolore, sono abbastanza lenti (da due a quattro mesi), in quanto, viene modificata la biomeccanica stessa del funzionamento del pollice.
In generale, è un intervento che, fatte salve queste doverose informazioni riscontra un ottimo gradimento tra i pazienti, anche se confrontato con altre metodiche in utilizzo (artrodesi, protesizzazione).
In conclusione, non dobbiamo arrenderci se le nostre capacità manuali sono compromesse dalla rizoartrosi: esistono concrete possibilità di soluzione.