Il cervello non dorme mai, Meno pillole più salute, Medicinali: lotta allo spreco, Il primo antibiotico, Riscoprire la convalescenza.
IL CERVELLO NON DORME MAI
È durante il sonno che si tesse la tela dei ricordi. Mentre dormiamo infatti il cervello ha molto da fare, anche se opera con modalità diverse da quelle che usa durante la veglia. Indaffarato, ad esempio, è l’ippocampo, impegnato a comunicare con diverse parti della corteccia celebrale. Questo permette un lavoro di elaborazione delle informazioni ricevute, di selezione e avvio del processo di conservazione, per stabilire i ricordi che vanno a costituire i vari tipi di memoria. Tutto questo avviene in particolar modo durante la così detta fase di sonno non-Rem. Ma perché dormiamo tanto resta ancora un gran mistero.
MENO PILLOLE PIÙ SALUTE
Usiamo troppi farmaci. E i medici lanciano l’allarme: così facendo ci esponiamo a gravi effetti collaterali. Dobbiamo iniziare a togliere o eliminare quelli non necessari. L’era della de-prescrizione è iniziata.
MEDICINALI: LOTTA ALLO SPRECO
Le cifre pubblicate nel 2019 vedono 4600 tonnellate di farmaci recuperati e inceneriti. Gli sprechi maggiori sono causati da un uso scorretto delle terapie nelle malattie croniche. E sono diversi gli approcci, oggetto di studio, per ridurre lo spreco. Tra questi anche proposte legislative volte ad adeguare le dimensioni degli imballaggi delle confezioni. L’imminente digitalizzazione, in particolare della cartella informatizzata del paziente, contribuirà in modo considerevole questo problema.
IL PRIMO ANTIBIOTICO
Il primo farmaco antibatterico che fece davvero “la differenza”non lo dobbiamo a Fleming, che scoprì la penicillina, ma ad un altro premio Nobel, il medico tedesco Gerardh Domagk, che utilizzò un colorante dalle proprietà farmacologiche. Per la scoperta era partito dalla conoscenza che alcuni coloranti interagivano con i batteri. C’è un però in tutto questo, il riconoscimento del premio Nobel non fu mai ritirato per volontà di Hitler.
RISCOPRIRE LA CONVALESCENZA
George Bernard Shaw diceva: “Mi piace la convalescenza: è la cosa per cui vale la pena ammalarsi”. La convalescenza è una parola quasi scomparsa dal vocabolario, significa “riprendere forza” ed è un vero e proprio momento di cura, un po' come il riposo dopo un’attività sportiva intensa. Purtroppo i ritmi sempre più frenetici di oggi l’ hanno rimossa e cancellata. Ma la pratica della convalescenza è un rimedio usato sin dai tempi antichi, che deve essere sempre direttamente proporzionale al tempo di malattia.
Paola Pieroni