Ancora oggi il lavoro di Maria Montessori è fonte di ispirazione nel campo della psicologia e della pedagogia moderna. Il suo metodo che porta il suo nome (metodo Montessori) è un sistema educativo che si basa sulla libertà di scelta del bambino da cui far partire la disciplina, per sviluppare poi senso di responsabilità e consapevolezza, anziché imporre dall’alto percorsi formativi standardizzati e con tappe predefinite.

Alla base c’è la fiducia verso i bambini, senza giudicare le capacità in base all’età, per questo motivo sono importanti le attività quotidiane come apparecchiare la tavola, fare il letto, rimettere a posto i giochi utilizzati.
Il suo insegnamento è un’educazione improntata sul rispetto, su confini semplici e chiari stabiliti con amorevolezza, ma anche fermezza: il bambino libero e disciplinato, può scoprire il mondo con le sue mani coordinate dal movimento, e così costruisce la sua intelligenza. Il metodo Montessori è stato adottato in migliaia di scuole per l’infanzia, elementari, medie e superiori di tutto il mondo.
Maria Montessori, che tra l’altro fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia, poggia il suo lavoro su tre pilastri fondamentali: 1la posizione dell’educatore, 2l’ambiente preparato, 3i materiali a disposizione dei bambini. I bambini hanno una enorme capacità di apprendere e l’educatore, creando l’ambiente adatto, stimola il bimbo ad esplorare e sviluppare le proprie potenzialità. Per secoli si è associato il gioco del bambino a qualcosa di poco importante, o comunque di estraneo alla costruzione della sua personalità, come se fosse solo qualcosa di futile. La pedagogista Montessori ha invece ribaltato questa visione, considerandola a tutti gli effetti un lavoro. Tale lavoro che ha natura diversa dall’adulto “è una tendenza intrinseca della natura umana, l’istinto caratteristico della specie”. Il lavoro del bambino, infatti non produce oggetti, ma realizza la sua individualità, la sua personalità e intelligenza.
Mediante l’attività del gioco dunque il bambino realizza il proprio lavoro di crescita, strutturando e modellando, anche attraverso la ripetizione delle azioni, la propria mente ed abilità. Un invito ad aiutare il bambino a fare e sbagliare da solo soprattutto nelle piccole cose.
A cura dell'assistente sociale e opratrice sanitaria Paola Pieroni